Category: FISCALI

Sono iscritto all’Ordine degli Ingegneri (ingegnere civile – sezione trasporti infrastrutture). Ad oggi ho sempre operato da impiegato in aziende private con rapporto da dipendente, pagando la quota associativa annuale all’Ordine ma fuori iscrizione Inarcassa. In questi giorni mi si è offerta un’opportunità concreta ed interessante di un’attività autonoma individuale come ingegnere in regime di partita IVA, per prestazioni nel campo gestionale vs/ aziende del territorio.
In prima battuta avrei pensato a ricavare un piccolo studio all’interno della mia abitazione. Non conoscendo però di fatto niente di questo ambito Vi chiedo se cortesemente mi poteste mandate una tabella riassuntiva che illustri il contorno di questa nuova attività, con spiegazione per esempio su: tipologie possibili di costituzione di una società (e suggerimento vs/ il regime che più si adatterebbe ad una fatturazione sostanzialmente regolare nel tempo) modalità di apertura partita IVA codici ATECO che mi consentano di avere la massima libertà di operare adempimenti fiscali scaglioni di tassazione adempimenti vs/ questo Ordine regime di detrazione delle spese tipologia ed entità delle contribuzioni (previdenza, fisco, …) da indicare in fattura eventuali problematiche di ricongiungimento INPS con i periodi da dipendente altro significativo di interesse

Dal punto di vista fiscale (e quindi della tassazione), le modalità con le quali operare come singolo professionista dipendono dal fatturato che prevederà di percepire: al di sotto dei 65k annui (l’importo deve essere ragguagliato ad anno) è possibile fruire del regime forfetario, il quale non prevede la tassazione analitica del reddito, ma la tassazione in base al fatturato (con un’aliquota del 5% se è la prima apertura della partita iva – sto semplificando, o del 15%) abbattuto del 22%. Ovvero, le imposte si pagano sul 78% del reddito con un’aliquota del 5% (se prima attività) o del 15%. Il professionista invece semplificato, paga le imposte secondo gli scaglioni Irpef con un minimo del 23% (fino a 15k di reddito) in base ad un calcolo analitico del reddito, ovvero tra da ricavi meno spese deducibili (tutte quelle che riguardano l’attività). Ma al reddito possono essere dedotti e detratti anche oneri relativi alla propria specifica posizione (figli o coniuge a carico, spese mediche, spese per interessi passivi abitazione principale, ecc, cosa che non è prevista per i contribuenti forfetari). Non conoscendo la Sua attività (potrebbe prevedere costi elevati) nè la sua posizione privata (potrebbe avere rilevanti oneri detraibili), è impossibile fare un calcolo di convenienza tra l’una o l’altra scelta; solitamente predisponiamo un calcolo sulla base delle stime relative all’attività e alla posizione privata. Stesso discorso va preso pari pari per l’esercizio dell’attività in forma societaria; è impossibile consigliare quale forma adottare.
L’apertura della partita Iva può essere fatta all’Agenzia delle Entrate (se deciderà di agire come professionista individuale); solitamente, per i ns clienti, ci occupiamo di tutto noi; così come per gli adempimenti fiscali, che variano in base alla tipologia con la quale vorrà operare.